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Prezzo basso: Qualcuno deve pur rimetterci

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Il prezzo basso è una vera e propria piaga.

Vi racconto una storia di un paio di anni fa, quando mi occupavo di acquisti per il ristorante.

Un agente che svolgeva il suo lavoro per un’azienda di carni, come di solito faceva ogni mese, mi aggiornava sulle novità. Mi propose due tipologie di polli che la sua azienda trattava.

“Abbiamo questo pollo che costa 6€ al kilo ed è buono, poi ci sta questo che è straordinario che costa 14€ al kilo. Ma sai…è allevato con mangime buono, all’aperto, senza antibiotici, senza OGM ecc…”

Quella semplice presentazione di routine, mi bloccò. Erano anni che si acquistava guardando il prezzo e la qualità, eppure per la prima volta gli dissi :

“Scusa, al pollo di 6€ al kilo che gli fate?”

La risposta era tutta li.

Ogni prodotto che ha un prezzo troppo basso nasconde dietro atrocità e sfruttamenti.

Così era per quel pollo, avviene lo stesso per i pomodori che mangiamo tutti i giorni, ed uguale per tanti altri prodotti. Tra questi il caffè.

Vi siete mai chiesti com’è possibile che una tazzina di caffè costi 80 centesimi al bar? O cosa ci sia dentro al caffè macinato da 8€ al kilo al supermercato?

Possiamo dire con assoluta certezza che dietro ogni prezzo così basso, si nascondono sfruttamenti di qualche genere lungo la sua filiera ed un prodotto di bassissima qualità. Quest’ultima frutto di scarsa competenza e fretta nel raccogliere i frutti, che si traducono in una raccolta che include anche chicchi rotti, ammuffiti o addirittura in pezzi di legno che finiscono direttamente nel macinato.

Quello che accade nelle piantagioni di caffè – ne abbiamo parlato qui – non lo viviamo direttamente ma ci coinvolge ogni volta che facciamo una scelta di acquisto.

Il tema degli sfruttamenti riguarda ogni ambito della filiera del caffè. Filiera molto complessa e intrigata a causa dei numeri intermediari che esistono tra la persona che raccoglie il frutto e la persona che vi serve il caffè al bar. In questi intrecci capitano spesso bambini, scelti per le loro mani piccole capaci di raccogliere i frutti maturi in modo più agevole. Così come le donne che in alcuni casi guadagnano la metà degli uomini. In Guatemala, per esempio, ci sono salari di circa 2,5 dollari al giorno per le donne mentre un uomo ne guadagna circa 6.

Inoltre, nella parola sfruttamento, non possiamo non menzionare quelli del territorio e della salute. L’uso smodato di fertilizzanti e pesticidi chimici è estremamente dannoso per i contadini che non possiedono un’adeguata attrezzature per proteggersi. Gli stessi agenti chimici provocano danni irreparabili alle falde acquifere dei territori di produzione.

Tutto questo, come anticipato, di sicuro non fa bene alla qualità finale del prodotto, che risentirà della poca competenza da parte dei lavoratori sottopagati, una grande quantità di pesticidi che ingeriamo e infelicità di un’intera filiera di produzione – se vuoi approfondire ne abbiamo parlato qui.

Insomma, la prossima volta che vi “accontentate” di un prezzo basso cercate di chiedervi se quel prezzo riflette davvero quel prodotto in tutta la sua lavorazione. Per usare un esempio della nostra bevanda preferita:

Magari bevete un caffè in meno ma che sia di qualità e privo di sfruttamenti e soprattutto ricordate:

Un singolo acquisto, moltiplicato in modo esponenziale per voi e per tutti, può fare la differenza nel mondo.

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